Francesco Belfiore, collezionista d'arte e discendente della famiglia Gandolfo
Francesco Belfiore trascorse l'infanzia nella casa del nonno di Piazza Spirito Santo, adorna dei suoi affreschi e dei suoi quadri. A dieci anni si trasferì con la famiglia nella casa di campagna di Cannizzaro, dove il nonno riuniva scrittori e artisti del verismo catanese: Giovanni Verga, Luigi Capuana e Federico De Roberto. Memore di questa atmosfera ricca di testimonianze del passato il dott. Belfiore, che esercitò la professione di medico, lascia la sua eredità artistica al Comune di Catania.
Antonino Gandolfo, nato a Catania nel 1841 e morto nel 1910, fu un importante pittore verista, contemporaneo di Giuseppe Sciuti. Fu nipote di Giuseppe Gandolfo, il quale rappresentò il più importante ritrattista della Sicilia Orientale e, da solo, in assenza di un'accademia, fu punto di riferimento degli artisti nascenti.
l significativo percorso umano e artistico di Antonino Gandolfo, raffigurante la Catania della seconda metà dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento, è tutto racchiuso nelle 19 opere del lascito che l’illuminato nipote ha lasciato in eredità ai fruitori del Museo simbolo della città. Antonino Gandolfo fu avviato ai rudimenti dell'arte pittorica dallo zio Giuseppe Gandolfo, affermato ritrattista neoclassico dell'aristocrazia catanese. A Firenze frequenta l'Accademia, a Napoli conosce e segue Domenico Morelli. Al rientro a Catania si orienta verso una pittura a tema sociale di stile verista, ma il genere più trattato dal pittore, che caratterizza la sua maturità, sarà il ritratto.
La ritrattistica - i cui canoni erano pose rigide e frontali, mezzo busto, sfondi neutri, colori smorzati e attenuati - mantenne un ruolo di primo piano per tutto l’Ottocento. È di questo periodo la sua vasta produzione di ritratti ad esponenti della cultura catanese, da Mario Rapisardi (la tela è esposta nella sala 19 del Museo Civico) a Luigi Capuana e al cugino Giovanni Verga. Nella sua vasta e finora poco indagata produzione pittorica c’è anche la predilezione per alcuni soggetti, tratti dal mondo degli umili e diseredati, raffigurata nei dipinti: L’ultima moneta, Musica forzata, Il compenso (esposti nella sala 19 del Museo assieme all’intenso Ritratto di monaco). Queste tele mostrano l’artista completo che fu, il cui stile dai toni malinconici si colloca a metà tra il clima tardo romantico e il moderno sguardo verista.
XIX sec.
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