Tra rilievi marmorei, epigrafi, mosaici romani e vasi attici
Tra il materiale esposto nelle sale del Piano Terra sono presenti pregevoli rilievi marmorei, una cospicua raccolta di epigrafi, lacerti di mosaici romani, una collezione di statuine fittili e ben 2000 bronzetti antichi e numerosi vasi attici. Una straordinaria collezione “antiquaria” ammirata nelle sale del Museo da visitatori di tutto il mondo che, costituita nel XVIII secolo grazie alla passione e agli scavi del nobile Ignazio Paternò Castello (V Principe di Biscari) e dalle raccolte dei padri benedettini, annovera il Plinto marmoreo (esposto nella Sala 2 del Teatro), il grande Torso virile acefalo risalente al I sec. d. C. (esposto nella Sala 4 delle Scuderie), terrecotte votive come la statua di femminile di offerente proveniente da Inessa e una serie di epigrafi costituenti il percorso “Epicum”.
Nella Sala 1 sono esposti i manufatti selezionati per l'esposizione delle armi (pistole a ruota del Cinquecento, accette da caccia della seconda metà del 500, astucci del mastro bombardiere del '600, fiasche da polvere del 1605 raffiguranti scene di carattere religioso) che facevano parte anche della collezione dei monaci benedettini del monastero di San Nicolò l'Arena, acquisita dal Comune di Catania tra il 1866, anno della soppressione dell'ordine, e il 1868.
Anche la collezione epigrafica (Sale 10-11-12 – rispettivamente sala introduttiva, epigrafia pubblica ed epigrafia funeraria) denominata "Voci di Pietra" si deve al collezionismo illuminato di Biscari e dei Benedettini, ed è costituita da materiali archeologici e da iscrizioni per lo più provenienti da contesti siciliani, frutto di recuperi e scavi, oppure da acquisti effettuati nei mercati di Roma, come le epigrafi cristiane provenienti dalla catacomba di Domitilla esposte nella Sala 10. Delle collezioni fanno parte anche i vasi attici figurati e i vasi sicelioti, come il grande cratere a calice ritrovato e proveniente da Camarina con Perseo che taglia la testa alla Gorgone, esposto nella Sala 7 denominata “San Giorgio” per via della cappella realizzata dagli Aragonesi dedicata al Santo.
N. inventario:
Soggetto/oggetto:
Autore:
Datazione:
Descrizione:
Materiale e tecnica: