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La sala dell'800

Nel piano rialzato interno alla Pinacoteca, sala XIX sono esposti alcuni ritratti di nobili dipinti dai grandi pittori dell'Ottocento catanese (Michele e Giuseppe Rapisardi, Sciuti, Reina, Gandolfo, Attanasio); inoltre possiamo osservare i vasi cinesi, le ceramiche e i vasi speziali di Caltagirone della Collezione Zappalà-Asmundo.

Nella diciannovesima sala del Museo fanno bella mostra anche due violini barocchi, in legno di acero ed ebano, della Collezione Zappalà-Asmundo, attribuiti a Girolamo II Amati e Matteo Goffriller.

Gli Amati è stata una delle più longeve e fortunate dinastie di costruttori di Violini. L’attività dei liutai Amati copre un lasso di duecento anni circa, affermandosi come una delle migliori maestrie della liuteria classica cremonese. Lo stile Amati è legato alla meticolosità, raffinatezza, eleganza, carattere ed armonia, che riguardano sia l’estetica che le proprietà acustiche (i fori armonici ben arrotondati e realizzati con particolare cura) degli ineguagliabili strumenti. Caratteristiche presenti, fin dagli inizi del cinquecento, nella produzione del capostipite Andrea Amati, dotato di straordinaria manualità. Il violino presente nel nostro Museo è un tipico esempio delle produzioni che lasciò la bottega Amari. Il violino è miracolosamente giunto a noi, insieme ad un’inusuale, generosa ed incontaminata quantità di vernice originale, non troppo levigata o lucidata. Non si è potuto risalire a nessun indizio per capire da dove il più anziano membro della famiglia abbia potuto apprendere la sua arte, poiché la creazione di strumenti raffinati ed originali presuppone una profonda conoscenza degli strumenti ad arco. Girolamo II è stato un liutaio capace, dotato di notevoli capacità tecniche, la sua mano è presente nella bottega Amati già a partire dagli anni ’70 del Seicento. Nel tempo a Cremona si assiste alla progressiva affermazione delle botteghe liutaie delle famiglie Guarneri, Ruggeri e Stradivari. Con la morte di Girolamo II, che non lascia eredi, si conclude la storia degli Amati iniziata con il bisnonno duecento anni prima. Dietro la bellezza di questi strumenti c’è stata un’approfondita cura dei dettagli, un artigianato geniale capace di realizzare qualcosa in più di un “attrezzo musicale”. (da “Il DNA degli Amati. Una dinastia di liutai a Cremona” AA.VV., Cremona 2006).

Le opere della sala

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Brocca con due anse e coperchio

Fine XVIII - Inizi XIX sec.

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Bicchiere

Fine XVIII - Inizi XIX sec.

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Brocchetta

Fine XVIII - Inizi XIX sec.

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Anfora

Fine XVIII - Inizi XIX sec.

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Ciotola in terracotta bianca

Fine XVIII - Inizi XIX sec.

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Ciotola in terracotta bianca

Fine XVIII - Inizi XIX sec.